giovedì 27 febbraio 2025

I misteri iniziatici. I misteri egizi

 I misteri iniziatici

I misteri egizi



Demetra 







I misteri iniziatici femminili


I8side e Osiride 


Iside 


Osiride 

L'Egitto è la terra dove furono iniziati tutti i grandi esseri che bussarono alla porta dei suoi templi. Pitagora apprese a Tebe la scienza dei numeri, mentre Sabete e Democrito acquisirono la loro conoscenza a Menfi... Orfeo trovò in Egitto tutto ciò che ricercavano e Platone ed Eudosio passarono molto tempo ad Eliopoli per apprendere sia la morale sia le scienze matematiche. Fu a Sais che Lieurgo e Solone attinsero i segreti della legislazione, i luoghi iniziatici d'Egitto erano anche le scuole in cui si imparano le arti, le scienze, la morale, la legislazione, la filosofia, la filantropia ed il culto. La leggenda di Iside e di Osiride è ancora presente nell'esecuzione di certi riti iniziatici odierni. 

L'iniziazione ai misteri di Iside

Le antiche religioni erano organizzate in società segrete. Da un lato i sacerdoti, i principi, gli iniziati, dall'altro il popolo profano. Assisteva alle cerimonie ed ai sacrifici esoterici, i primi partecipavano ai misteri celebrati nel segreto del tempio. Il popolo riceveva dai sacerdoti solo una dottrina volgare, rappresentata da simboli grossolani, mentre la trasmissione degli Arcani era riservata agli iniziati. Il Collegio delle iniziazioni riuniva nella sua istituzione l'universalità delle scienze alle conoscenze umane che si professavano a quei tempi. 
Secondo Ernesto Bose che si appoggia alla testimonianza di Apuleio, i piccoli misteri comprendevano l'iniziazione ai segreti di Osiride. Vi è una grandissima differenza tra un'iniziazione e un'altra:
La crata repoa dà un'iniziazione in sette gradi. In realtà gli Egizi come risulta, non avevano che tre gradi. Alexandre Lénoir sostiene che in Egitto l'iniziato al secondo grado, ricevute le alte scienze passava allo studio della morale... mentre i Magi ed i sacerdoti di Osiride possedevano la conoscenza dei misteri più sacri, più grandi e profondi, che condividevano soltanto gli iniziati egiziani, questo formava il terzo grado>>. L'iniziazione poteva essere raggiunta soltanto attraverso prove terrificanti, che avevano lo scopo di vagliare il coraggio del candidato e di scoprire la sua anima. 
L'arcano supremo dell'iniziazione: Quando l'iniziato era stato duramente provato e purificato mediante le prove della terra (nella quale doveva attraversare i paurosi sotterranei delle piramidi), dell'acqua (nella quale doveva nuotare nel canale derivato dal Nilo) e dall'aria (in cui doveva passare sotto la triplice statua di Osiride, Iside e Horus), quando aveva resistito alle seduzioni delle vergini del tempio, spiritualizzato il corpo con il digiuno e rigenerata l'anima con la meditazione ed il silenzio gli restava un'ultima tappa da compiere prima di pervenire al più alto grado di iniziazione: doveva <<morire>> per <<rinascere>>. Era la grande e suprema prova della Mestranza perfetta. L'iniziato che voleva pervenire a tale grado supremo doveva cominciare a morire per il mondo, discendere vivo nella tomba, soggiornare per molte ore nel grembo della terra spogliandosi della sua parvenza mortale e, quindi, uscirne purificato e convertito. 
Osiride è una divinità che muore per resuscitare. Il Sole, muore ogni giorno ad occidente, per attraversare di notte il caos dove lo attendono gli spiriti dei morti. L'adepto, era obbligato  a rispettare un silenzio rigoroso. Se avesse divulgato il segreto dei misteri sarebbe stato passibile della pena di morte. 
Il defunto, una volta imbalsamato, prima di essere avvolto nelle bende e rinchiuso nel sarcofago, veniva preparato dai sacerdoti all'incontro con Osiride (psicostasia). Si trattava di una sorta di iniziazione. Prima di tutto gli veniva sussurrato all'orecchio il nome sacro e segreto che gli era stato imposto fin dalla nascita, dopodiché gli venivano impartiti consigli ed insegnamenti, in maniera che non si presentasse di fronte al tribunale divino sprovvisto di conoscenza. Al momento della chiusura del sarcofago il sacerdote pronunciava alcune sillabe che nessun altro era in grado di formulare. Tale era il viatico per l'aldilà. Successivamente Osiride, Iside, Maat, Thot, Anubi ed altri dei decidevano se il nuovo arrivato era degno di penetrare nei misteri iniziatici più profondi e di proseguire il proprio cammino verso l'eternità. 

L'esoterismo iniziatico femminile nell'antico Egitto

La cultura dell'antico Egitto sia sul campo socio – economico (talvolta politico) sia sulla sfera esoterica, la donna è sempre stata degnamente inserita, rispettata ed innalzata a differenza di quanto accade presso altri popoli, compresi quelli occidentali. L'iniziazione femminile non appartiene al <<femminismo>>. La sensibile spiritualità dell'altra <<metà del cielo>> ha sempre dimostrato di possedere e di usare con naturalezza (con maggiore umiltà dell'uomo) i poteri legati alle energie, di saperli gestire ritualmente con impegno spirituale molto profondo. L'avventura iniziatica femminile si manifestava nell'antico Egitto <<con il risveglio della consapevolezza di non dover limitare la propria vita alle preoccupazioni affettive ed alla routine di ogni giorno. Era necessario occuparsi anche di quell'attività che aveva lo scopo di arricchire la neofita, non solo intellettualmente, e di prepararla a ricevere l'insegnamento e l'illuminazione che l'avrebbero portata verso il percorso della ricerca>>. Il primo dovere per una donna che ricercava il sacro era affrontare l'ardua strada della rinuncia, accantonando le cose profane, e cercare la propria dimensione. 
La neofita doveva ritirarsi in solitudine, interrogarsi su se stessa e fare quindi, un bilancio della sua vita. Per gli Egizi era dovuta i diritto a chiunque. I misteri vissuti dalle iniziate divenivano il senso completo della loro vita, esclusivamente dedicata alla sacralità in qualità di sacerdotesse votate ad un determinato culto. 
Misteri e simboli contenuti nei riti erano frammenti di verità, che avevano una sequenza progressiva dio apprendimento, di modo che se ne potesse desumere una corretta percezione. Anche se questa preparazione era lenta, consentiva un rapporto di conoscenza che rappresentava un importante bagaglio iniziatico per il futuro. L'iniziazione, nacque con i primi uomini, il cui intenso desiderio era <<andare oltre>> il sapere dei comuni mortali. Nella vera iniziazione non esistono dogmi ed impostazioni, ma solo conoscenze e prove da superare, che consentono di entrare in contatto con la parte più profonda del sé.
Nell'epoca egiziana la comunità iniziatica, era chiamata Casa della vita e non prevedeva né maestri né pratiche destinate a manipolare la volontà degli adepti. Tutto si basava su un continuo lavoro interiore che accompagnava le <<sorelle>> (così venivano definite le neofite) portandole a divenire degne della saggezza e della conoscenza ricercate. Se una donna, dopo aver ricevuto l'iniziazione, non provava più il trasporto e la risonanza iniziali, poteva abbandonare la comunità iniziatica, che può divenire incompatibile con l'ambiente sociale; spesso inoltre, la sete di potere, l'ambizione sfrenata, l'attaccamento estremo ai beni materiali e la priorità individuale (l'ego) possono frenare l'ascesa della spiritualità più pura. Gioca molto anche la differenza fra la <<famiglia di sangue>> e la <<famiglia spirituale>>, poiché non è facile destreggiarsi fra i due ambiti. 
Questo paese è la sorgente di tutto lo scibile umano. Dalla civiltà egiziana qualsiasi tradizione e qualsiasi rito sono risultati illuminanti, anche se molti misteri sono rimasti celati nell'ombra millenaria delle piramidi. In Egitto la donna poteva anche divenire faraone e partecipare a cerimonie sacre (che in altre culture le sarebbero state interdette).
Simbolo della femminilità esoterica è la Dea Maat. Una delle mansioni più importanti  delle sacerdotesse iniziate al culto di Iside era il compiere amorevolmente offerte votive alla dea. Nel simbolismo fondamentale dell'iniziazione femminile egiziana appare il numero sette. Le <<sorelle>> erano unite tra loro da legami indistruttibili, in un ciclo di tempo simboleggiato da  questa cifra sacra (che secondo l'insegnamento iniziatico rappresentava un modo di percepire la realtà spirituale in un lasso di tempo terminale). Gli antichi vedevano il sette come un numero virginale (secondo la regola per cui le iniziate dovevano mantenere la loro purezza donata interamente alla divinità della quale erano devote). In Egitto esisteva la confraternita iniziatica femminile conosciuta sotto il nome di Sette Hathor, che aveva la capacità di dirigere i destini degli esseri umani comuni  e di mantenere un costante contatto con le divinità. Il sette simbolo di purificazione dell'essere, è anche il numero degli incantesimi. Nella magia egizia, le donne, tracciando un cerchio magico con una pietra di colore verde (probabilmente un turchese), si purificassero dagli influssi negativi, pronunciando un incantesimo che comprendeva la cifra sette ( il rito stesso doveva essere ripetuto sette volte).
L'obbedienza agli dei era un atto rituale, che manteneva però la più grande libertà interiore. L'essere libere significava non essere prigioniere di se stesse e delle proprie passioni.  Una vera e propria rinascita dell'io femminile, distaccato dai troppi obblighi materiali e morali che hanno sempre legato le donne comuni. Seguire le regole della Casa della vita significava donarsi interamente al proprio sé ed alla divinità prescelta. 

L'esoterismo iniziatico femminile in genere

Sin dai primordi vi erano tribù guidate da donne che adoravano la Luna; queste sacerdotesse conoscevano i segreti delle erbe, delle pietre, degli elementi e della natura in genere (oggi sarebbero considerate <<maghe>>). Nell'antica Grecia era consuetudine festeggiare i riti agrari femminiloi di Demetra, e di altre divinità della riproduzione durante i quali era tassativamente proibita la presenza degli uomini. Si celebravano veri e propri riti orgiastici ai quali presiedevano le grandi sacerdotesse della dea madre, allora molto potenti. Si celebravano anche i misteri relativi al culto di Demetra. Il simbolo della dea era la melagrana, portatrice di abbondanza, fertilità e benessere materiale, ma anche emblema di sua figlia Persefone, rapita dal dio degli inferi. Il contatto con il mondo dei morti veniva celebrato prima del tripudio di Demetra che ottenuta dagli dei la liberazione semestrale della figlia Persefone, rifioriva in tutta la natura stessa, per poi ritornare ciclicamente nel cordoglio e nell'aldilà dello scuro inverno quando terminava il periodo della sua vita sulla terra. I Celti, i Druidi (sacerdoti addetti ai sacrifici) eleggevano delle sacerdotesse, che li sostituivano in alcuni riti meno impegnativi ma erano sottoposte alla volontà maschile, e quindi non autonome. In genere adoravano la Luna, che chiamavano <<la vergine notturna>>, e avevano l'obbligo di conservare per sempre, pena la morte, la castità offerta alla dea. 




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